30 ott 2014

Poesia in settembre

per Dominique Le Gendre


E com’è speciale d’altromondo quasi
la naturale stretta di mano tra gli amici
che hanno passato giorni insieme, per esempio,
ascoltando le letture di scrittori caraibici
di corsa tra una pizza il vino e in volo
verso un’idea di relazione (tra mondi ma sì,
anche persone) che se è planetaria
riconosce ogni nome e soprannome, o di riparazione
che è come portare il fiore (tra persone ma
sì, anche tra mondi) per riconoscere l’errore;
e planare, sugli spruzzi, le gole e i valichi
di lingue che non rispettano la mappa
e gonfiano il fiume del francese il lago dell’inglese
con l’oceano del parlato le radici dei dialetti
il mare dell’ascolto e dell’udito;
e alzarsi in piedi poi per uscire dal teatro
liberati come fili di colla, trasparenti,
che carezzano la prossimità ma non la fissano
dei cocci opachi di esistere e esistito,
così ora si sciolgono le strette delle mani
ma sui palmi le linee tengono la traccia;
si svuota il teatro il prato la città
qualcuno ancora insieme sale al lago Ritom
tra nebbia cinese nubi d’Aberdeen cameriera
giapponese e marmotte di Piora
fa il giro dell’acqua coglie un mirtillo di Orelli
una willow-herb di Edward Thomas
poi scendono sulla seconda funicolare più ripida d’Europa
senza tenersi al palo con il palmo
tremano nel capofitto dell’istante che si supera
sonda la leggerezza dell’aria della valle
sonda la leggerezza dell’aria della valle
di Leventina, Altanca e delle Antille.


vb

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